Buon Natale

Ci tenevo ad augurare ai miei lettori Buon Natale e felice anno nuovo.
Vi ho fatto anche un piccolo “regalo”, da leggere con le vostre famiglie uno di questi giorni.

RACCONTO HORROR: LA FILASTROCCA DELLA MORTE

“Ti sfido!”, mi aveva detto Marco, dopo la scuola “Vai in edicola, compra la rivista e leggi la filastrocca!”.
In quel mese, infatti, era uscita un’edizione straordinaria della rivista “Dead Monster”, su cui era scritta una filastrocca antichissima, che secondo la leggenda, se veniva pronunciata per tre volte di fila, succede qualcosa per cui tu muori nella notte, o qualcosa del genere.
Io decisi di accettare la sfida, sapendo che tanto erano tutte sciempiaggini, cavolate, trucchi per vendere più copie, quindi mi recai in edicola e comprai l’edizione straordinaria.
Io e Marco leggemmo l’introduzione insieme:
“Ultima notizia: gli archeologi hanno scoperto in un’antica tomba in Finlandia, vicino ad Helsinki, una filastrocca, denominata “Filastrocca della morte”, che secondo l’antica credenza popolare se viene pronunciata per tre volte di fila invoca Skuir, il peggiore nemico e allo stesso tempo il fratello dimenticato di Odino.
Skuir, in seguito all’esilio, è impazzito e uccide istantaneamente colui che lo ha invocato, per poi tornare nel mondo di Asgard per architettare piani e vendicarsi di Odino.”
Io diedi una sbirciata alla filastrocca, che diceva così:

“Die, horm od Odin, som, unt destr id tisk muuc! Destr id umnyt!”

Dopo pranzo andammo a casa mia, ci richiudemmo nella mia stanza e, presa in mano la rivista, siamo andati a pagina 6 ed io pronunciai la filastrocca la prima volta:

“Die, horm od Odin, som, unt destr id tisk munc! Destr id umnyt!”

Poi la seconda, e la terza, a voce altissima, quasi gridandola:

“Die, horm od Odin, som, unt destr id tisk munc! Destr id umnyt!”

Appena ebbi finito un fulmine scuarciò il cielo.
“Strano” dissi, mentre un brivido mi percorreva la schiena, “Fino ad ora era stata un’ottima giornata!”.
Questo, comunque, eccitò me e Marco a livelli indescrivibili, e rimanemmo non poco delusi quando non successe niente.
“Visto?” dissi al mio amico “Era solo una cavolata”, Marco annuì, e ce ne andammo a giocare alla Wii, cercando di dimenticare questa storia.
Scese la sera e andai a dormire. Confesso che mi ero quasi scordato della rivista, di Skuir, e l’unica cosa che mi preoccupava in quel momento era l’interrogazione di matematica del giorno dopo.
Stavo per addormentarmi quando iniziai a sentire un rumore, ma col tempo mi resi conto che non era un rumore: era un suono, un suono di tamburi, con il ritmo che sembrava quello di una guerra. Mi misi di scatto a sedere sul letto. Non vedevo nulla. Girai più volte la testa, ma niente. Pensai di essermi sbagliato, che fosse stata solo la mia immaginazione, anche perché il rumore aveva smesso, ma poi iniziai a distinguere nel buio due occhi.
Due occhi umani.
Ma che brillavano al buio. Indietreggiai. La sagoma avanzò verso di me. Con gli occhi gialli. Che brillavano di cattiveria. Ad un certo punto vidi la sagoma scura di una spada. L’uomo la alzò. Raccolse le forze. Menò il fendente dritto sul mio petto. Urlai di dolore.
Lui sparì pian piano, lasciandomi lì a morire.
Ho scritto questo racconto in punto di morte, per questo racconto ho sprecato i miei ultimi respiri, l’ho fatto per avvisarvi che la leggenda è vera! E chissà quante volte, tu, che hai letto la mia storia, hai pronunciato la filastrocca?

Giostra matematica

Come avevo già annunciato qualche tempo fa ho preparato una gara di esercizi matematici, che ora posterò per voi.
La gara consiste nel risolvere un determinato numero di quesiti matematici e inviarmi( tutte nella stessa volta )le risposte con un commento( è sufficiente questo per iscriversi alla gara ).
Non vi preoccupate che qualcuno, vedendo i vostri ragionamenti vi copi, perché a parità di esercizi fatti conta chi ha fatto il commento per primo, quindi chi copia non potrà MAI vincere.
Il gioco in sé consiste nel risolvere degli esercizi, per ogni esercizio indovinato prenderete dei punti, per ogni esercizio sbagliato li perderete, a seconda della difficoltà.
A parità di punti conta il numero degli esercizi corretti, per esempio se due giocatori hanno entrambi 6 punti vince chi, facendo quei punti, ha risolto correttamente più esercizi, e a parità di esercizi, come già detto, vince il tempo.
Ovviamente per ciò denomino una data di scadenza, lo 09/01/2018 alla venuta della quale le risposte inviate non saranno accettate.
Penso di avervi annoiato anche troppo con queste regole, quindi ecco a voi qui sotto gli esercizi della Gara!!!!

Es 1 Giusto = +1 Sbagliato = -10

Due treni sono partiti da Roma contemporaneamente 5 minuti fa, il primo, per andare e tornare ci mette 60m e il secondo 80m.
Quanti minuti passeranno, prima che i due treni partiranno di nuovo insieme?

Es 2 Giusto +4 Sbagliato -8

Quanto misura il lato esterno di un esagono regolare?

Es 3 Giusto +4 Sbagliato = -7

L’area di un triangolo è di 600cm e la base è di 75 cm, quanto misura la sua altezza?

Es 4 Giusto = +5 Sbagliato = -7

Il perimetro di un rettangolo è di 600cm e la sua altezza è congruente ai 2/3 della base. Calcola l’area del rettengolo

Es 5 Giusto = +6 Sbagliato = -6

Due rettangoli hanno lo stesso perimetro. In uno l’altezza misura 15m e la base è i 5/3 dell’altezza. Nel secondo, invece l’altezza misura i 2/3 della base.
Qual’è la differenza tra i due perimetri?

Es 6 Giusto = +8 Sbagliato = -4

Trovate la radice quadrata approssimata ai millesimi di 779

Es 7 Giusto = +9 Sbagliato = -4

Un quadrato ed un rettangolo hanno lo stesso perimetro, che è di 24m.
L’altezza del rettangolo è uguale ai 3/5 della base.
Trovare la radice quadrata della differenza delle aree.

Es 8 Giusto 0 +10 Sbagliato = -2

Trovate il numero che in quest’espressione corrisponde ai tra asterischi sapendo che il risultato è uguale a 3/5

(((0.75-0.5+2/3)x4.5-(5/3-0.4-0.5)x***)x0.6+(2+1.5)x(0.5+0.75))x2/19

Racconto horror: I Want You

Era una serata qualunque al mio american pub di Civitanova Marche, l’insegna “I WANT YOU” all’esterno veniva brillantemente illuminata da due luci color verde vivo, e infatti il mio locale si chiamava proprio “I WANT YOU”.
Il posto era molto piccolo e tra interno ed esterno c’erano al massimo quindici tavoli.
Dentro, il locale, era antico e accogliente, con un pavimento in legno e le mura tinteggiate di color rosso vivo, tendente all’arancione, in fondo c’era un bancone con le birre, dove di solito sedevo io, e il manifesto di Zio Tom con la scritta “I WANT YOU”.
Appunto tutto stava andando per il meglio, il locale aveva appena chiuso e tutti erano andati via: era rimasto solo il mio lavapiatti, perché quella sera i coperti erano stati tanti e doveva ancora finire il suo lavoro.
La mattina dopo andai a lavoro presto, come sempre, per pulire il locale prima del pranzo.
Quando spalancai la porta ciò che vidi non poté che strapparmi un grido d’orrore: il mio fidato lavapiatti era stato assassinato!
Ma il brutto era che non era stato assassinato in un modo “comune”: era stato assassinato con una fucilata alla gola, e fin qui ci poteva anche stare, ma poi l’assassino aveva staccato alla vittima la testa, aveva preso il suo cervello, lo aveva sbrandellato e ne aveva scaraventato i resti poco più in là.
Un’altra cosa che notai, perché era impossibile non notarla, fu una scritta gigante col sangue sul muro che diceva “I WANT YOU”.
Mi sentii mancare ed ebbi l’impressione che l’assassino fosse ancora dentro il mio locale, guardai il manifesto di Zio Tom, la sua espressione sembrava sempre più reale e vidi che il suo indice si spostò leggermente verso di me.
Temendo di svenire mi appoggiai al muro e chiamai la polizia.
Dopo mezz’ora la polizia arrivò e, inorriditi dallo stesso spettacolo che avevo visto io, i poliziotti iniziarono le indagini.
Non trovarono le mie impronte digitali, quindi io non fui sospettato, anzi, non fu trovata nessuna impronta: il colpevole era stato meccanicamente perfetto, certo, avrebbe potuto agire fuori dal locale, dove c’era il corso, ma non c’era nessun segno di forzatura alla porta e nessuna finestra rotta, nemmeno l’arma del delitto era stata trovata, anche se sembrava che fosse un fucile, e anche di un modello piuttosto vecchio.
Gli agenti continuarono comunque con le indagini, mentre io me ne andai a casa.
Verso le otto di sera tornai al locale: i poliziotti mi avevano spiegato che sarebbero rimasti fino alle 10:30, così ero andato ad offrire loro un caffè, per ringraziarli del loro lavoro.
Varcai la porta e lo scenario della mattina dello stesso giorno si ripeté: i corpi dei tre poliziotti erano a terra esanimi con una fucilata al petto, le loro teste erano state mozzate e i resti dei loro cervelli giacevano lì vicino.
Scansai il corpo di uno dei poliziotti e sul pavimento vidi scritto con il sangue “I WANT YOU”. Rabbrividii. Guardai il manifesto di Zio Tom. Una voce maschile senza padrone si mise a sussurrare: “I WANT YOU; I WANT YOU; I WANT YOU…”. Allora lo vidi. Che stava uscendo dal ritratto. L’assassino. Lui. Il fantasma di Zio Tom. Lui mi guardò. Mi puntò contro il fucile. Premette il grilletto.
E se ora vi sto raccontando questa storia, immaginate cosa sono io…